domenica 8 aprile 2012

Lettera dal Brasile n.2


Nonostante Salvador (São Salvador da Bahia de Todos os Santos) sia una metropoli – conta infatti quasi tre milioni di abitanti – la città vecchia, il Pelourinho, patrimonio dell’Unesco dal 1985, consente di comprendere e immaginare la bellezza dell’antica capitale brasiliana.

Qui non si può non essere di buon umore: le strade di modesta ampiezza sono costeggiate da palazzi del XVII – XVIII sec., tinteggiati con colori pastello; l’architettura, i sorrisi dei bahiani e l’azzurro del cielo mettono allegria e gioia.
Ci sono purtroppo ancora molte zone - sempre nella città alta - non restaurate e in stato d’abbandono: sono individuabili dall’alto, da Largo do Pelourinho, o arrivando dalla città bassa.
Se a San Paolo si ha sempre l’impressione che la città sia costituita da tante realtà differenti, a Salvador, nello stato di Bahia, si ha immediatamente la percezione di essere in un Brasile diverso: è l’afro-brasiliano nord – est.

O Brasil não è só Ocidente, è também África e Oriente (Lina Bo Bardi)

Il nord del Brasile è la parte più povera del paese e le difficoltà economiche sono immediatamente visibili.
Uscendo da Salvador, per raggiungere le spiagge a nord della città, si passa davanti a favelas enormi, delle quali non si vede la fine, e a villaggi, intorno ai quali c’è poco o nulla.
Le spiagge sono però splendide: lunghe e di sabbia finissima sono protette da palme e vegetazione tropicale; al tramonto si assiste al rientro dei pescatori e la bassa marea consente di godere di uno spettacolo suggestivo.

La vita sembra scorrere lentamente: è il ritmo del nord – est.








Lasciando la baia di Salvador, la città, dal mare, è un susseguirsi di alti edifici, ma, quando la città svanisce, all’orizzonte è possibile vedere la vegetazione spontanea delle isole vicine.
Nonostante alcune, per la loro bellezza, siano molto turistiche, non si può non restarne affascinati.
Si ha però l’impressione che quei luoghi, dai vialetti e le pousadas ben curate, i negozi e i bar, a servizio dei turisti, siano solo la facciata e nascondano altro, che a noi non è dato vedere.
Se ne può avere un’idea rinunciando ad un ritorno a Salvador da turista, ma percorrendo le loro strade, prendendo i loro mezzi, barche e autobus, dei quali non si sanno orari di arrivo e di partenza: sono i viaggi più belli.



1 commento:

  1. Francesca Sarno, dottoranda di Architettura Teorie e progetto, è in missione in Brasile per mettere a fuoco i temi della sua ricerca sulla Grande dimensione. Scrive delle lettere molto interessanti. La particolarità di queste corrispondenze e di tutte le corrsipondenze di amci, studenti, familiari eccetera è questa: siccome noi li conosciamo gli autori, è un poco come mettersi i nuovi google lens: vediamo una realtà che non conosciamo "attraverso il loro sguardo" e siccome questo sguardo, come dire, c'è noto, allor anche quello che ci raccontano in qualche modo è più personale, più interessante per noi. Esisteranno mille e mille descrizioni di Bahia, ma come dire a noi è questa qui che ci interessa.

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