lunedì 16 maggio 2011

La ricerca miesiana sullo spazio e sui rapporti tra tecnica e architettura, negli anni ’50, porta ad opere nelle quali lo svuotamento del primo è totale ed assoluto.

A partire da casa Farnsworth, attraverso la casa Fifty by Fifty, il teatro di Mannheim, la Crown Hall, fino ad arrivare alla gigantesca Convention Hall, Mies potenzia lo spazio interno, lo apre a “qualunque funzione”, rendendolo così estremamente flessibile.

Non siamo anche qui in presenza di uno “continuum libero e aperto”? L’uomo è libero di percorrere lo spazio, è separato dalla città, ma, al contempo, grazie alle vetrate, è in costante relazione visiva con essa.


La riduzione all’essenziale, che Cézanne opera nella pittura, può essere vista come uno dei prodromi della diminuzione degli elementi architettonici e strutturali, che appare nelle opere di Mies?

martedì 3 maggio 2011

“ [l’architettura e gli architetti] Sono fermi su alcune certezze che in realtà i tempi, le necessità, le possibilità, i nuovi materiali avevano già scosso alle fondamenta” (A. Saggio)

Alcune di queste “certezze” non sono forse il progettare secondo sistemi costruttivi tradizionali, trovati e sperimentati nel tempo? Il crollo di tali “certezze” non è forse legato ad un’impossibilità e ad un’incapacità, iniziali, di comprendere le nuove possibilità costruttive?

In un articolo comparso su Casabella dal titolo "L’insegnamento dell’architettura” , Nervi spiega come l’architetto, per creare l’opera architettonica, deve avere una completa padronanza della tecnica, conoscerne possibilità e limiti: "non ha bisogno di formule esatte, ma di concetti ben chiari in senso qualitativo e largamente approssimati, in senso quantitativo".

Il Moderno, nella sua fase iniziale, si manifesta attraverso opere d’ingegneria civile perché gli ingegneri sono i soli progettisti capaci di tradurre in opera architettonica le immense opportunità che i processi industriali e i nuovi materiali offrono. Il Movimento raggiunge il suo massimo grado d’espressione quando l’architettura è in grado di sfruttare tali opportunità.

La Galleria Nazionale di Arte Moderna a Berlino e la Convention hall di Mies Van der Rohe non esprimono forse una conoscenza tecnica che consente la semplificazione e la riduzione degli elementi strutturali in favore della composizione architettonica?